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Momenti di GloriaNel mese di luglio del 1924, allo Stadio di Colombes, alla periferia di Parigi, si disputarono le gare di atletica leggera dei Giochi Olimpici. In questa suggestiva struttura, che oggi potrebbe apparire quasi ridicola per i parametri attuali, con i suoi 14.000 posti a sedere e che ospita esclusivamente partite di rugby, ebbero luogo alcune gare che sono poi restate nella storia di questo sport.

Harold Abrahams, giovane studente ebreo dell’Università di Cambridge, vinse la gara dei 100 metri con il nuovo record olimpico, superando tutti i favoriti della vigilia, che appartenevano alla fortissima squadra degli Stati Uniti.

La gara dei 400 metri fu invece vinta, con ancora maggiore sorpresa, da Eric Liddel, anch’egli giovane studente britannico che non solo superò la concorrenza agguerrita, facendo anche segnare il nuovo record del mondo, ma conquistò la medaglia d’oro in una disciplina alla quale non era solito partecipare. Questo perché la sua gara, cioè i 100 metri vinti dall’amico rivale Abrahams, era stata programmata di domenica. Liddel, figlio di missionari e cristiano presbiteriano, considerava all’epoca disdicevole per un atleta cimentarsi in una gara nel giorno del Signore.

La vicenda dei due atleti è stata raccontata nel celeberrimo film “Momenti di Gloria” in una versione, per la verità, abbastanza romanzata. In realtà, la decisione di non partecipare alla gara dei 100 metri non fu affatto frutto di una tormentata decisione dell’ultimo momento. I programmi delle finali, ovviamente, erano noti da molti mesi, anche in un’epoca in cui facebook e internet non erano ancora nati. E la scelta dei 400, e il conseguente allenamento specifico, veniva da lontano, quindi, rendendo la prestazione di valore straordinario, si, ma non “sovrumano”… Vero è invece che Liddel tentò l’accoppiata, davvero inedita, fra i 200 metri (con scarsi risultati) e i 400 (trionfo!) cosa che fu ripetuta a livello olimpico solo decenni più tardi, all’epoca di Michael Johnson. Vero anche che la rivalità fra i due campioni sfociò in una bellissima amicizia. Entrambi, come succedeva abitualmente all’epoca del dilettantismo, si ritirarono dallo sport quasi subito dopo i Giochi Olimpici, nel 1925, per seguire i propri destini.

Abrahams diventò giornalista sportivo e Liddel partì missionario, come i genitori. Si trasferì in Cina dove morì di stenti, in un campo di concentramento, prigioniero dei soldati giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Un campione dello sport e un martire della Fede, quindi. E’ questo il primo pensiero leggendo la “lettera di Natale” scritta da Davide Saitta, pallavolista della società Consar di Ravenna che, a sorpresa, ha fatto appello addirittura a Papa Francesco, una volta scoperto che la gara della propria squadra era stata messa in calendario il giorno 25 di dicembre.

La cosa ha avuto una eco, in verità abbastanza piccola, sui principali organi di informazione. La stessa motivazione che ha animato il dibattito, al livello locale, sulla disputa dell’atteso derby di pallacanestro di Bologna, previsto alla Fiera per il pomeriggio del giorno di Natale. Interesse tardivo, perlomeno, visto che dell’evento si parla dalla scorsa estate e che, per tale scopo, è stato costruito addirittura un impianto sportivo provvisorio e temporaneo.

Interesse strumentale, anche, visto che la domanda è stata formulata al nostro Arcivescovo che, ovviamente, non poteva dare una risposta, se non inquadrando il tema in un contesto più generale, e più alto. Interesse singolare, in quanto il tema è stato proposto in questo caso dalle forze dell’ordine, cioè dalla categoria che, da sempre, è tenuta a garantire ordine e sicurezza (oltre ovviamente ai trasporti, alla sanità ecc…) per 365 giorni all’anno. Per decenni si è giocato, anche nella serie A di calcio, persino nel giorno di Pasqua. La decisione di non disputare partite nella maggiore festività cattolica è molto più recente ed è nata, paradossalmente, in una società diventata oggi molto più laica…

E allora, avanti con il derby bolognese di basket a Natale (da tutto esaurito, per non parlare dei diritti televisivi), figlio unicamente dello sport business.

Se vogliamo trovare un po’ di spiritualità, cerchiamola nella corsa dei dodici rintocchi, la sfida a percorrere il cortile del Trinity College, prima che sia completato il suono della campana del mezzogiorno. Veri Momenti di Gloria.

Andrea De David

presidenza@csibologna.it

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